L'Europa in Prima Persona

Cerimonia in ricordo di Emilio Colombo. Il mio discorso.

Lunedì 30 settembre, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, si è svolta la cerimonia in ricordo di Emilio Colombo. Questo il testo del mio discorso.

Signor Presidente, Onorevoli senatori,

È per me motivo di grande prestigio istituzionale e politico, e se permettete anche di emozione personale, essere presente oggi in quest’aula, a nome del Parlamento europeo e del Presidente Martin Schulz, in occasione della commemorazione del senatore a vita Emilio Colombo.

La scomparsa di Emilio Colombo ha privato l’Italia e l’Europa di una delle principali figure politiche del nostro paese. Padre costituente che ha servito per quasi 70 anni le istituzioni italiane ed europee.

Emilio Colombo era un convinto europeista.
Un uomo che visse l’impegno nelle Istituzioni comunitarie senza risparmiare energie, con enorme passione, con generosa dedizione alla causa del processo di integrazione.

Emilio Colombo credeva nell’Europa unita, e credeva nel ruolo del Parlamento Europeo.

All’insegnamento di figure della statura di Adenauer, Monnet, De Gasperi e Schuman, il senatore Colombo ha ispirato costantemente il suo infaticabile contributo alla costruzione dell’unita’ politica dell’Europa e il suo appassionato e convinto europeismo, che è tornato, anche in questi anni difficili per la coesione della Ue, a proclamare con entusiasmo contagioso e la pacata e ferma energia di sempre. Per noi parlamentari europei che cerchiamo di seguirne le orme, aver sentito al nostro fianco, anche durante gli ultimi anni della sua vita, una figura di tale spessore ed autorevolezza e’ stato nel contempo uno stimolo e un conforto.

‘’Piu’ Europa!’’: e’ questa la via che il Presidente Colombo, con la sua consueta generosità, ci ha indicato in occasione di una delle sue ultime visite a Bruxelles.

Questo lo sprone che ci ha rivolto dall’alto della sua esperienza e dei suoi valori cristiani e laici in un momento nel quale, in Europa, sembrava perfino possibile che potesse andare in pezzi quanto faticosamente conquistato.

Conoscendone la biografia, non risulta difficile comprendere le premure di Colombo nei confronti del disegno comunitario. Da giovane, Colombo visse nell’Europa divisa e contrapposta dei totalitarismi autarchici, dei nazionalismi, dei pregiudizi razziali e dell’odio fra i popoli.

Come Presidente del Parlamento europeo – il primo italiano a ricoprire questa prestigiosa carica – il Presidente Colombo ha contribuito al rafforzamento della democrazia in Europa guadagnandosi, con il suo spessore personale e la sua lungimiranza politica, un posto tra i più alti interpreti della tradizione politica italiana.

Da lucano non posso che ricordare come Colombo abbia sempre rappresentato per me e per tanti miei conterranei, il riferimento più alto a cui guardare. Una grandezza ed un prestigio, quelli di Colombo, che gli derivavano non solamente dai grandi traguardi politici raggiunti nella sua storia, ma soprattutto dalla sua umanità. Ed avendo avuto il privilegio di conoscere e frequentare Emilio Colombo ci tengo particolarmente a sottolineare questo punto.

Ricordo il fiume di persone presenti ai suoi comizi in Basilicata. Più che comizi i suoi erano veri e propri tour de force, con incontri che iniziavano alle 10 e finivano a mezzanotte. Ricordo l’attesa della popolazione. E del resto Emilio Colombo era un uomo di straordinaria gentilezza. Un sorriso sempre per tutti i suoi interlocutori, modi educati e grande stile. E si rapportava con tutti, dal contadino della piccola cittá di provincia ai grandi uomini del pianeta. Sempre con la stessa dolcezza e gentilezza. La politica non é mai stata interpretata da Colombo come uno scontro tra persone o un confronto tra nemici, quanto piuttosto una battaglia per quegli ideali di democrazia per cui si era sempre battuto non solo con l’appoggio dei suoi alleati di allora – repubblicani, socialdemocratici e liberali – ma anche attraverso il dialogo con i propri avversari politici – comunisti o social-comunisti.

Durante i nostri numerosi incontri in Basilicata e a Bruxelles Colombo non si negava mai a lunghe discussioni e riflessioni sulla politica italiana ed europea e mi ricordava sempre come la sua stella polare fosse la Carta costituzionale e la sua linfa restasse il contatto con la gente.

Si diceva preoccupato per la forte ondata di populismo ed antipolitica. Era rattristato dal’osservare come oggi in politica comandi l’immediatezza. Ed è da lui che la politica dovrebbe impararsi per uscire da questa fase davvero poco edificante.

Mi domando come commenterebbe oggi Emilio Colombo la difficile congiuntura politica ed economica che vive l’Unione europea. Durante uno dei suoi ultimi discorsi sul palcoscenico europeo di Losanna, in occasione della consegna della medaglia Monnet, rilevò un punto su tutti: l’urgenza di “piú Europa”.
“L’Europa – disse – non è ancora entrata nella stagione di una compiuta maturità politica, poiché manca di un influente Governo multinazionale, di una comune politica della sicurezza, estera e di difesa”. L’euro ha però “rappresentato una straordinaria risposta alla predisposizione di un terreno comune nelle politiche monetarie”, anche se “non ha impedito che l’Europa vivesse soprattutto la dimensione di grande mercato in cui l’economia, arbitrata dall’autorità monetaria, ha rivelato inevitabili debolezze in un mondo dominato dalle potenze globali della finanza”.
“Per contrastare la crisi e attuare politiche di rigore verso il debito sovrano” Colombo indicò il metodo di “un efficace aggiornamento delle istituzioni europee”.

“Siamo a un passaggio difficile della storia del mondo e – continuò – L’Europa deve affrontarlo con consapevolezza unitaria, respingendo l’illusione di scorciatoie affidate a sodalizi fra singoli Stati”. Perché “dalle difficoltà è impossibile uscire da soli presumendo di capacità eroiche quasi temerarie”. Serve quindi “più responsabilità” da parte dei singoli governi, “ma anche più coordinamento nelle politiche di bilancio e sviluppo”.

“Mi sento di dire – concluse parlando della situazione del nostro Paese – che, pur nel difficile momento che sta vivendo, l’Italia si sente ancora in Europa. Appare ancora forte la memoria dei principi ispiratori del progetto europeo, principi dettati da Gasperi. Io ho profonda fiducia che l’Italia possa ancora contribuire al superamento dell’attuale crisi e allo sviluppo di quell’Europa che è stata la stella polare della mia vita politica”.

Ricordare Emilio Colombo, oggi, e’ quanto mai doveroso da tanti punti di vista. Anzitutto perché il processo d’integrazione europeo è in affanno, e proprio nelle difficoltà Colombo seppe sempre rilanciare l’idea d’Europa.
Impossibile dimenticare il suo intervento per la risoluzione della crisi diplomatica della “sedia vuota”, che nel 1965 minacciò di allontanare la Francia dal processo di integrazione europea . L’intercessione di Colombo fu, infatti, decisiva per la firma del compromesso di Lussemburgo, che ripristinò la partecipazione francese alla vita dell’allora nascente mercato comune.

Il suo percorso deve rappresentare per noi anzitutto un modello di coraggio politico e culturale. Di capacità di guardare lontano, di avere una visione e la forza di perseguirla con tenacia. L’Europa é ancora alle prese con un processo di crescita difficile e delicato. L’approdo al Trattato di Lisbona ha rappresentato un risultato da custodire soprattutto alla luce dei nuovi poteri affidati al Parlamento europeo.
Domandiamoci allora quale può essere oggi la frontiera della nostra battaglia europeista. Quale il nostro orizzonte comunitario e sovranazionale. Quale il campo di un impegno che oggi, anche simbolicamente, potrebbe rappresentare ciò che per Colombo fu la battaglia per – ed utilizzo le sue parole – “far battere l’impulso democratico in Europa”.

Solamente guardando all’Europa con i suoi occhi possiamo pienamente comprendere il valore della collaborazione, della condivisione, della coesistenza pacifica tra Stati, armonizzata dall’azione coordinatrice delle istituzioni comunitarie. A tutt’oggi il suo sforzo politico incarna l’esempio di un impegno dedicato all’altruismo e al mantenimento della pace.

Di Emilio Colombo resterà l’onestà. La lungimiranza. Quella capacità di guardare al futuro e alle nuove generazioni.

Tweet

Facebook comments:

Leave a Reply

www.flickr.com